23 Novembre 2021

Entrando nella sala dell’aviazione del Museo Storico Giuseppe Beccari di Voghera, il visitatore può ammirare diversi pregevoli modellini di aerei, ognuno dei quali ha una storia affascinante da raccontare.
L’articolo di oggi è dedicato al Blériot, il mitico aereo che all’inizio del Novecento attraversò lo stretto della Manica.
Louis Blériot, nato nel 1872, cominciò ad appassionarsi all’aviazione intorno al 1905 e nel luglio del 1909 compì la storica traversata della Manica. “Storica” non è aggettivo altisonante: per l’aviazione fu un punto di svolta, perché a quel tempo non esisteva il volo strumentale e i politi dovevano orientarsi affidandosi ai riferimenti visivi da terra. Nonostante queste difficoltà, Blériot attraversò in volo la Manica, mantenendo la quota di 100-150 metri e raggiunse la costa inglese in appena 36 minuti e 30 secondi.
Quel volo segnò la nascita dell’aviazione per scopi militari e le ordinazioni per le officine Blériot volarono alle stelle – per usare un gioco di parole: all’inizio della Prima Guerra Mondiale avevano prodotto 800 aerei di almeno 40 diversi tipi. Fu proprio durante il conflitto che Blériot iniziò a produrre il celebre caccia Spad. Luois Blériot in collaborazione con il costruttore Duperdussin.
Louis Blériot morì nel 1936 e ancora oggi è considerato uno dei grandi dell’aviazione.
Forse non lo sai, ma nel 1910 l’Italia acquistò cinque velivoli dalle officine Blériot, destinanti all’istruzione dei piloti di monoplano. La nascente aviazione italiana compì le prime imprese operative nelle manovre che si svolsero nel Monferrato, nell’agosto del 1911. In quello stesso anno, i 5 aerei formarono il primo nucleo d’aviazione impiegato nella guerra di Libia: furono pilotati dai capitani Piazza, Ginocchio e Roberti, capostipiti di una discendenza di aviatori.
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