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Giuseppe Beccari

Una vita
per non dimenticare

Giuseppe Beccari ha dedicato la sua vita al suo Museo storico. “Suo” nel senso che tutto è cominciato per sua volontà, a partire dai cimeli che aveva accumulato in prima persona.
Si è preso cura del museo per decenni, ricercando documenti e reperti, organizzando eventi nella salone delle conferenze, raccontando instancabilmente tanti episodi di storia locale e nazionale.

La breve
gioventù

Giuseppe Beccari nacque a Santa Vittoria d’Alba nel 1921, ma nel 1932 si trasferì con la famiglia a Voghera. Frequentò l’istituto magistrale ad Alessandria e si diplomò nel 1939. Ben presto fu chiamato alle armi e partì per Torino dove venne destinato al 91°-92° Reggimento di Fanteria.
Fu poi imbarcato a Bari per raggiungere Durazzo e in seguito il Montenegro.

Fu proprio lì che, nel corso dell’inverno, visse un momento particolarmente drammatico: circondato dai nemici, rimase per due giorni e due notti nella neve, nascosto in una buca scavata da un mortaio. Evitò il congelamento solo perché continuò a muoversi e non si addormentò mai.

Un altro episodio tragico segnò la sua vita: un giorno in cui sarebbe dovuto essere di pattuglia con altri commilitoni, fu chiamato come portaordini per un compito delicato. Portò velocemente a termine l’incarico e tornano al Comando, scoprì che i suoi compagni erano già partiti per il giro di pattuglia. Non fecero mai ritorno.

La guerra miete vittime senza una logica e la sopravvivenza a volte è solo una beffa del destino. Fu probabilmente il desiderio di ricordare il sacrificio di tanti ragazzi a smuovere in Giuseppe Beccari il desiderio di istituire il Museo.

Rientrato in Italia, nel 1942 frequentò il corso per Allievi Ufficiali e si classificò tra i primi sei (ricevette perfino i complimenti del Principe Umberto di Savoia!). Fu insignito del grado di Sottotenente e fu inviato a Spalato e in altre località della Dalmazia dove rimase fino all’8 settembre 1943. Si trovava a Vodice, quando apprese la notizia dell’armistizio. Il giovane sottotenente Beccari scelse di portare in salvo i suoi uomini tentando la fuga via mare. Dopo un viaggio avventuroso di tre giorni, giunsero sani e salvi a Civitanova Marche.

La vita dopo
la guerra

Al termine della guerra fu congedato con il grado di Tenente e gli vennero riconosciute due croci di Guerra e tre Campagne Militari.
Negli anni seguenti raggiunse il grado di I Capitano e poi, a titolo onorifico, fu nominato Tenente Colonnello.

Nel 1968, in occasione del cinquantesimo anniversario della vittoria di Vittorio Veneto, durante la cerimonia che si svolse al Teatro Sociale di Voghera, notò con amarezza che sui diversi volantini celebrativi non era contemplata la Fanteria, che pure durante la Grande Guerra aveva pagato un pesante tributo di morti (600.000).

Pensò quindi di rifondare la sezione vogherese dell’Associazione del Fante e, nella sede di via Emilia, cominciò ad esporre, in una stanza, il materiale raccolto negli anni.

Il suo riflesso
è in ogni vetrina

Inizia così un’avventura che porterà alla creazione del Museo Storico, con reperti rari e preziosi, che raccontano circa duecento anni di storia locale.
Alla sua organizzazione il Comm. Beccari dedicò tanti anni di lavoro, validamente coadiuvato dalla moglie Giuseppina Bellinzona Beccari e dai Volontari, in prevalenza dell’Associazione del Fante.

Giuseppe Beccari si spense all’improvviso, la mattina del 14 Agosto 2006.
Ci piace pensare che continuerà a vivere non solo nel ricordo di chi lo ha conosciuto ma di tutti coloro che visiteranno il suo museo.

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